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loro coraggio stava in lui. Perchè Loris era uscito? Involontariamente, non sapendo indovinarlo, pensavano a qualche nuovo pericolo, che li sorprendesse, mentre egli non c’era.
La musica proseguiva passando ai loro orecchi come un indistinto rumore di acque o di fronde, in quella luce di meriggio, fra la sensazione di quel bianco, che evocava al loro pensiero un’altra bianchezza di neve; quando un’altra notte dovrebbero, con rischio anche maggiore, stendere per la piazza del teatro in mezzo ai passanti e sotto l’occhio vigile delle guardie il filo di comunicazione fino alla loro casa, e la neve seguiterebbe a cadere fitta e silenziosa. Il teatro bianco dormirebbe allora tranquillo nel buio sotto la neve, che s’indurirebbe sopra i suoi tetti, intorno alle sue mura, sino a quella sera di gala, che tutta la corte e l’aristocrazia moscovita v’entrerebbero fiammeggianti d’oro e di decorazioni. Essi, invisibili nel fondo del loro doppio appartamento, aspetterebbero il segnale del principe per gettare in aria quel teatro bianco nella notte illuminata da tutti i fanali della piazza, e farne una rovina inimmaginabile sopra quella folla di felici. Era un’immaginazione disordinata ed atroce, che dava loro le vertigini, costringendoli tratto tratto ad incantarsi in qualche particolare del teatro, colla fissazione al tempo stesso torbida ed intensa dei maniaci.
Olga notò al primo ordine una signora vestita