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porterebbero sette o otto tubi per volta nelle tasche interne sotto le pelliccie. Quindi Lemm se ne andrebbe: al momento dell’uscita, quando si abbassano le fiammelle del gas, Loris ed Olga sarebbero già nascosti nel contropalco o in una latrina, dove meglio si potrebbe; e non uscirebbero dal teatro che alla rappresentazione seguente. Un mutamento nel programma teatrale sarebbe bastato a tenerli prigionieri chi sa quanto. Loris evitava di pensarci. In questo caso, se la neve cadesse di notte, Lemm doveva tentare di stendere da solo il filo.
Fra due giorni il principe avrebbe portato i trenta chilogrammi di melinite, fra cinque il teatro si aprirebbe per due concerti colla Sembrich e colla Nilson, i due soprani più celebri del mondo dopo Adelina Patti, e che incomincerebbero così la solita grande stagione teatrale. I concerti venivano dati a benefizio del grande Ospizio dei trovatelli, fondato da Caterina II nel 1762. Il primo era fissato per il prossimo mercoledì, dell’altro rimaneva ancora incerto il giorno.
— Dopo l’esperimento del dottor americano Tanner, Loris disse scherzando a Lemm, i digiunatori sono pullulati da per tutto; un digiuno di quindici giorni ci farà davvero capire quella fame, che uccide tanti nel popolo.
Olga e Lemm non discutevano più. Loris lo incaricò di comprare i centotrentacinque metri di filo in uno dei maggiori negozi di strumenti fi-