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che dava sulla piazza, guardando la massa bruna del teatro, più vasta in quella tenebra della notte. La fissava come in duello, al momento di abbassare la pistola contro l’avversario. Ma l’immensa massa del teatro dormiva tranquilla nel buio, mentre invece dell’onnipotente indifferenza del giudice, che condanna, egli provava l’incertezza febbrile dell’assassino, che si stanca nell’agguato.
— Sarei anch’io un attore, che quel teatro esalterebbe come tutti gli altri? si disse d’un tratto con quella fredda ironia, che talvolta lo rendeva così terribile.
Si erano finalmente acquartierati.
Olga era stata ricevuta come la dama di compagnia della signora, che non tarderebbe molto ad arrivare. La moglie e la figlia del portinaio, due figure insignificanti, avevano accettato con entusiasmo l’offerta di entrare al loro servizio con uno stipendio provvisorio di dieci rubli al mese, finchè la signora giungesse colle proprie cameriere: ma Olga aveva lasciato intendere che la signora, malaticcia e soggetta ad improvvise e violenti simpatie, era a discrezione della prima persona, che le piacesse. La figlia del portinaio, ragazza di diciott’anni, Matrona Carpowna, non doveva venire che a rassettare l’appartamento e a pettinare Olga; quanto al pranzo, lo avrebbe fornito il trattore più vicino. Olga, di abitudini molto semplici, non aveva quasi d’uopo di cameriera. Per amicarsi la ragazza, dietro consiglio di Loris, co-