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denaro. Eccovi due mila rubli, nella vostra nuova posizione dovete possederne; non li prodigate però. Domani tornerete da vostra zia per dirle che li avete vinti al giuoco, ma che vi pare più conveniente di confessare in pubblico di averli ricevuti da lei, poichè intendete stabilirvi a Mosca come dentista. Ritornate nella mattina; è necessario entro domani aprire la comunicazione fra i due appartamenti.

Quella notte la passò solo nel nuovo quartiere.

Si sentiva entrato in campagna contro tutto l’impero russo. Un immenso orgoglio gli gonfiava il cuore nella solitudine di quella casa, ove nessuno ancora lo conosceva e nessuno lo conoscerebbe nemmeno dopo l’attentato. Oramai il dado era tratto: se anche Lemm ed Olga dovessero abbandonarlo, agirebbe da solo; ma li aveva scelti troppo bene per temere d’esser tradito. Erano due spiriti fanatici. Lemm, polacco ed ebreo, covava nella coscienza tutti i rancori di una razza senza patria e senza libertà; il suo odio, avvelenato dalla educazione, era arrivato da tempo al parossismo settario colla partecipazione indiretta alla lotta dei vecchi nichilisti contro lo czar. I suoi eroi erano i rivoluzionari morti sul patibolo, i suoi veri compatriotti si trovavano in Siberia fra i deportati politici, in quell’immenso esercito di prigionieri accantonato nei villaggi ad enormi distanze, sepolti vivi nelle miniere, dispersi pei deserti nevosi, ma che riunendosi per