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deva far partire la scintilla. Possibilmente le case avrebbero dovuto appartenere a due proprietari; nella prima si sarebbe installato con Olga, facendola passare per sua moglie; nella seconda starebbe Lemm. Tagliando un muro divisorio, e coprendolo con un armadio a specchio, aprirebbero un passaggio fra i due appartamenti.
La prima giornata fu spesa in ricerche inutili. Quella piazza, fra le più eleganti di Mosca, non aveva appartamenti disabitati. Erano quasi tutti occupati dal ricco ceto mercantile, che vi sfoggiava un lusso sempre più occidentale. Loris non potè visitarne che pochissimi. Una sola casa nella strada di ***, divisa dalla piazza da un grosso corpo di fabbriche moderne, aveva il primo piano vuoto e per un vasto cortile comunicava con un’altra prospiciente sul di dietro del teatro; ma era tutta occupata e da vendersi. Loris apprendendolo dal dwornik s’informò del padrone, un orefice, che della casa chiedeva cinquantamila rubli. Loris entrò in contratto; ciò gli permise di esaminarla minutamente a tutti i piani, domandando se non fosse possibile comprare anche l’altra, che le si univa posteriormente, per ottenere così un magnifico blocco. Gli fu risposto di no; la casa apparteneva ad una famiglia patrizia troppo ricca per disfarsi di un proprio stabile. Un appartamento laterale interno, occupato dalla famiglia di un giudice, comunicava coll’appartamento migliore dell’altra casa, formando il lato meridio-