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sentisse davvero, nell’effimera piccolezza del proprio individuo, tutti i dolori sociali, di cui parlava.

Olga non aveva tentato nemmeno di resistere.

Loris impressionato di quella muta dedizione le aveva chiesto:

— Accettate?

— Che importa la mia volontà? Essa deve essere spezzata come tutte le altre.

Quindi avevano convenuto che Olga andrebbe a Mosca con lui nella settimana. Ella gli diede l’indirizzo di Lemm, rifugiatosi allora presso Mosca, nel villaggio di Touchino, da una sua zia, piccola mercantessa di tela. Il contratto con Sofia Semenowna non era stato difficile: per quanto la vecchia avara intendesse a sfruttare l’opera della figlia, l’offerta di trenta rubli al mese e l’anticipo di tre mesate la sbalordirono così da impedirle qualunque stiracchiamento; dal proprio canto Olga doveva ricevere altri quaranta rubli mensili e il miglior trattamento nella casa della supposta moglie di Loris. La signora era nel villaggio di Oudin nel governo di Kazan, ma probabilmente dovrebbe cercare nell’inverno clima più mite all’estero; Loris aveva detto a Sofia Semenowna, che in questo caso aumenterebbe ad Olga lo stipendio di altri dieci rubli mensili. Sofia Semenowna aveva risposto, domandando subito altri dieci rubli per sè; Olga presente al mercato arrossiva, ma Loris senza darle tempo d’intervenire aveva tagliato corto ri-