Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
136 |
vendetta della rivoluzione, e contro di essi non vi sarà stato un uomo ma un’idea.
— Colui che uccidesse lo Czar s’impadronirebbe di tutte le forze nichiliste?
— Sì.
— Non basta uccidere lo Czar, bisogna che egli muoia con molti, con quanti sarà possibile adunare intorno a lui, altrimenti siamo ancora allo scontro fra suddito e sovrano, che non modifica affatto le loro relazioni nel sentimento della moltitudine.
L’altro lo esaminò fissamente. Parlavano calmi; se qualcuno li avesse potuti udire, li avrebbe creduti due pazzi.
— In dieci anni il Comitato non è riuscito nemmeno, proseguì Loris, ad un attentato che, fallendo, potesse impressionare vivamente l’immaginazione del pubblico.
— Avete ragione; considerate però quale progresso abbia fatto nelle precauzioni per la vita dello Czar la III Sezione, dopo che si finse di abolirla.
— Così venite a propormi quest’impresa come un mezzo per impadronirsi del Comitato. Comprendo che la vostra offerta non possa venire da lui stesso, ma neppure dopo una simile vittoria questo abbandonerà senza resistere la direzione del partito. Non vi è peggior pedante di un rivoluzionario attardato.
Vi fu un intervallo. Loris colla fronte aggrot-