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— Ammetto questa irritazione del Comitato: ma il momento politico impone a tutte le forze russe di spostarsi. Coloro che si fermano saranno sorpassati.
— Non temiate che ci fermiamo: quello che voi veniste a dirci duramente, lo avevamo già pensato.
— In una rivoluzione non si pensa davvero se non ciò che si ha il coraggio di eseguire.
Il principe parve non sentire l’ingiuria.
— Voi avete bisogno di molte forze per il vostro disegno, ma vi sarà impossibile trovarne per ora fuori del vecchio partito nichilista, come voi lo chiamate. Vengo ad offrirvele.
— Quali sono le vostre condizioni?
— Non ne faccio alcuna; vi espongo la situazione. Bisogna che Alessandro III muoia come suo padre: non è solo un impegno d’onore del partito colla Russia, ma senza di ciò l’uccisione di Alessandro II perderebbe ogni significato. Oggi il governo fa maggior pompa di repressione che pel passato: sottomettervisi è un riconoscere la sua onnipotenza, mentre sciaguratamente il popolo sarà sempre col più forte. Se Alessandro III perisce, la fede nella invincibilità dello czarismo è perduta. Un suddito può uccidere da solo un imperatore, ma che in vent’anni di lotta non mai sospesa due Czar siano costretti a vivere prigionieri della rivoluzione, spendendo mezzo miliardo all’anno nella polizia senza salvarsi dalla