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Nella lunga notte, dopo la cena in casa di Ogareff, aveva ripensato il proprio disegno, rimproverandosi di essersi così volgarmente ingannato sul conto di quei giovani. Bisognava iniziare il moto da solo. Come tutti i veri organismi, i partiti si formano inconsapevolmente, non acquistando coscienza di sè medesimi che ad un grado molto alto del proprio sviluppo. Gli pareva che quei due smacchi coi vecchi e coi giovani rivoluzionari fossero come le condizioni preliminari della impresa, le stimmate della sua originalità. Quindi alzatosi di buon umore era passato prima dal proprio banchiere per combinare l’invio delle somme, che potrebbero servirgli, poi da Olga. Il suo disegno era di fingersi mercante di grano in qualche villaggio per ottenervi così rapidamente una supremazia, distribuendo soccorsi sotto forma di prestiti, ed entrando in rapporto con tutti.

A casa Marfa lo avvertì, che un vecchio signore, venuto a cercarlo, se n’era andato senza dire il proprio nome, dichiarando che tornerebbe verso le tre.

Loris ne profittò per ripassare dal banchiere, ma prima delle tre era già in casa ad attendere.

Lo sconosciuto fu puntuale.

Era un signore sulla cinquantina, molto magro, vestito con severa eleganza. Due grandi occhi neri sopra un naso camuso, che tradiva la sua razza tartara, rendevano anche più triste il