Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
129 |
versamente, aggiunse con disprezzo; essi non vogliono nè vincere, nè morire. Voi sola ieri sera gettaste un grido generoso fra le stupidaggini rettoriche di quei signori; voi sola, sbagliando, cercaste nei giorni passati di salvare Rodion dal patibolo. Io vi ho creduto; se mi sono ingannato sul valore delle vostre parole, potete dirmelo francamente; i vostri amici ve ne faranno complimenti.
Ella titubava. L’accento di Loris le produceva un gran freddo nell’anima; non le pareva più quel Loris, che aveva ammirato due volte in casa di Andrea Petrovich e di Ogareff. Egli la guardava freddamente, la sua voce non aveva un fremito; avrebbe potuto essere vecchio malgrado lo splendore della sua giovinezza e l’eleganza raffinata de’ suoi abiti. Olga sentì di essere non davanti a un uomo, ma ad un’idea.
Loris tacque aspettando.
Allora quel silenzio, che ella doveva rompere, divenne a ogni istante più greve; eppure bisognava rispondere. Si trattava della vita. Evidentemente Loris era pronto a gittarla in chi sa quale attentato: nessuna reticenza era più possibile dopo quel grido a cena, col quale aveva affermato di credergli e di seguirlo. Tutta la vita passata le riapparve in un lampo al pensiero. Loris aveva indovinato, era sola. La miseria della sua condizione era esposta in quella stanza e in quella casa, dove viveva colla mamma, che le fa-