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credendo così di distruggerlo, rimaneva inalterato intorno ad essa oltre la potenza visiva del suo pensiero; la rivoluzione era ancora di là da venire, lenta, difficile e tanto indeterminata che non se ne vedevano neppure le masse incerte e fluttuanti all’orizzonte. Ciò che aveva sofferto e vedeva soffrire tutti i giorni la manteneva nella fede alla necessità di una rivoluzione; ma se il malcontento per gli inevitabili contatti della vita aggiungendosi all’altro nel quale era cresciuta, sola colla mamma, povere, chiuse nel dolore del padre giustiziato e in un odio sublime di assurdità e di costanza contro lo Czar, acuiva in lei il bisogno di una riparazione, invece il senno e l’esperienza quotidiana le insinuavano nell’animo un amaro scetticismo di tutto e di tutti. Spesso il sogno della rivoluzione, eccitato dalle escandescenze paradossali de’ suoi giovani compagni, si confondeva in un’aspirazione di sacrificio: una desolata stanchezza morale le faceva desiderare i rischi di un complotto per morirvi, mentre una subita puntura all’orgoglio le ravvivava l’odio rivoluzionario succhiato ai discorsi della mamma e al settario costume delle università.

L’ultima avventura del povero Rodion, e quell’incontro con Loris l’avevano singolarmente sconvolta.

Da molti anni il vecchio partito nichilista le sembrava in decadenza; la sua dialettica finiva alla rettorica, la sua terribilità impallidiva nel ri-