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Olga era già alla porta; Ogareff si slanciò per fermarla.

— Lasciatemi uscire, ella gli disse fieramente.

L’altro rimase interdetto.

Loris, che quella scena aveva meravigliato, lo consultò con un’occhiata.

— Capricci di donna! forse ritornerà, gli rispose Ogareff.

Loris salutò tutti con un ultimo inchino, ed uscì chiudendosi dietro la porta.

Raggiunse Olga nella strada deserta.

— Volete il mio braccio per ritornare a casa? le disse con perfetta cortesia.

Ella lo guardò incantata. Tanta padronanza di sè dopo quella scena, della quale conosceva tutta l’importanza avendo assistito alle comunicazioni di Kriloff e alla tempesta che n’era seguita, finì di soggiogarla: chinò modestamente la testa, ed arrossendo sotto il velo del berretto, che si era già abbassato sul volto per schernirsi dal freddo della notte, rispose volgarmente:

— Sarebbe troppo incomodo, signore.

— Se non è che questo, accettate dunque il mio braccio.

Proseguirono qualche tempo in silenzio, poi Loris le chiese coll’accento più tranquillo come il suo disegno fosse stato discusso. Olga tremava; gli raccontò tutta la scena: prima Kriloff, poi Ogareff avevano svolto il suo disegno di rivoluzione. Era stato un tolle generale. Ossinskj aveva