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sprezzo per i mugiks era assoluto: avrebbe preferito reclutare gente fra gli operai di città, meglio capaci d’intendere la rivoluzione. Loris invece insisteva nel disegno di una rivolta campagnuola: solamente questa in Russia poteva essere vera. Il problema era d’aiutarla con armi e danaro, facendola trascendere così che nessuno, entratovi, potesse più uscirne.
La prima necessità era dunque di abbandonare Pietroburgo, e percorrere gli altri governi per trovarvi un focolare, sul quale soffiare. Loris domandò quanti giovani si raccozzerebbero a Pietroburgo, abbastanza forti per mettersi a questa impresa: bisognava fonderli in una nuova società, non averne molti, ma sicuri. Di quelli, che Loris aveva trovato in casa di Andrea Petrovich, non uno era da scartare: si poteva riposare tranquilli sulla loro fede, se non che erano poveri. A questo avrebbero parato i primi 150,000 rubli di Loris.
Udendo questa cifra, Ogareff ebbe un sorriso stentato.
Loris, che se ne accorse, gli tese la mano.
L’altro non comprese.
— Ogareff, disse Loris con calma severa ma senza minaccia, se i pregiudizi della vostra nascita vi fanno credere che io sia un ladro, siamo ancora in tempo per separarci. Noi siamo per tentare una rivoluzione unica nella storia russa: tutto è permesso, perchè tutto deve essere rinno-