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società con un’idea. Inconsciamente i giovani lo avevano sempre accettato per capo, quantunque non dividesse alcuna delle loro passioni; le donne invece lo guardavano curiosamente evitandolo. Sebbene bello, non era mai stato simpatico, e il suo orgoglio se ne compiaceva.
Loris non amava abbastanza la vita per amare l’amore, che moltiplica i bambini senza un pensiero di quanto dovranno soffrire in una società, ove i pochi posti buoni sono già presi. Egli era vissuto altrove, più alto. Gli uomini gl’ispiravano un disprezzo inesauribile, giacchè per vivere si rassegnavano a tutte le bassezze divertendosi quasi egualmente in ogni condizione. A questi uomini egli era apparso sempre come un essere diverso, mentre i pochi, che l’avevano seguito qualche tempo collo spirito, si erano convinti anche maggiormente della sua eccezionalità. Da questo egli deduceva la propria predestinazione poichè, come tutti coloro che vivono di una sola idea, era arrivato a fondervi tutta la vita.
Ora lo scisma coi capi nichilisti lo rendeva capo al pari di loro; un qualunque atto di rivolta li avrebbe costretti a sottomettersi nelle file del suo nuovo partito. Quel primo gruppo di studenti, ritrovato a Pietroburgo era di buon augurio.
Slotkin e Kriloff, antichi compagni d’università, si erano mantenuti pari alle promesse politiche di allora; quella piccola assemblea in casa di Andrea Petrovich, raccolta a discutere sul come