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misura. Ah! Almeno aveva ucciso quella spia: era un fatto, lo aveva ucciso tosto, bene, senza che nessuno lo sapesse ancora, e nessuno potesse mai saperlo. Ma così ricadeva nel difetto della vecchia scuola nichilista. Invece bisognava uccidere all’aperto, colla rivolta, fuggire magari, ma per ripresentarsi domani perchè tutto il mondo lo sapesse e potesse interessarsene. Solo in tal modo si compiono le rivoluzioni; il resto era letteratura, quella letteratura, che il presidente gli aveva rinfacciato, e per la quale sentiva da tanti anni un odio pieno di disprezzo.

Però la sua volontà si ostinava. Dalla vita passata gli tornava nella coscienza un orgoglio caldo perchè il suo pensiero appena divenuto abbastanza forte per ripiegarsi sopra sè medesimo aveva giurato guerra mortale alla società. Di questo sentimento e di questa idea era vissuto sino allora. L’abitudine di decomporre uomini ed avvenimenti gli rendeva ora più facile l’esame di quel colloquio col Comitato Esecutivo. Se lo avevano ricevuto da pari a pari, credevano dunque alla sua potenzialità se non alla sua potenza, altrimenti perchè lo avrebbero ricevuto? Loris si ricordava l’involontario rispetto e la prudente riserva, che aveva sempre ispirato a quanti aveva conosciuto. Nessuno lo aveva mai preso per un giovane come gli altri, ebbro della giovinezza della vita. Era vissuto solitario come il Mady, l’ultimo profeta maomettano d’Africa, preparandosi nel deserto a domare la