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nieri, che l’impossibilità della rivincita mutò gradatamente in servi o in coloni. Interi regni turchi sono ora provincie russe; Kirghiz Mussulmani e Kalmouks buddisti macchiano della propria presenza l’ortodossia russa, conglomerati nel governo imperiale, di cui sentono solamente la forza. E l’impero dilaga nell’Asia. Tutte le religioni, le civiltà, le barbarie e i climi hanno la propria zona nell’impero russo; gli ebrei addensati nella Polonia vi soffrono di una schiavitù più atroce della polacca; sulle altezze impervie del Caucaso, ove l’umanità trovò la sua massima bellezza, gli antichi villaggi indipendenti ripensano ancora nel silenzio dell’oppressione le gesta di Schiamil, il loro ultimo eroe; sulle sponde del mar Bianco, nel regno eterno dell’inverno, gli uomini passano come fantasmi, e vivono sotterra come animali. La Russia è più che metà dell’Europa, la Siberia è quasi metà dell’Asia.

Loris errò tre anni senza scopo e senza meta: voleva tutto vedere e conoscere.

Coll’invidiabile facilità della propria razza potè adattarsi rapidamente a tutti gli ambienti, associandosi alle carovane, unendosi ai pellegrinaggi, o errando solo e fermandosi ovunque era possibile, colla curiosità di un dotto e la passione indefinibile di un predestinato, che credesse così di compiere la propria preparazione. Era diventato più alto e più robusto. In quella vita, dalla quale bisognava conquistare giorno per giorno il pane,