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Ma non potè seguitare, la collera lo soffocava.
Vaska alla spinta datagli dal principe si era scagliato su Loris, e lo aveva istantaneamente atterrato con uno sgambetto, cadendogli con ambe le ginocchia sulla schiena e una mano sul collo, prima che il vecchio Andrea, spaventato della scena, avesse pensato a muoversi. Loris nello stramazzare aveva battuto duramente la faccia; tentò istintivamente di liberarsi, ma era come dentro una morsa. Mise un grido, poi più nulla.
— Muoviti dunque, vecchio! gridò il principe spingendo Andrea Ivanovich su Loris: e tu frustami questo miserabile.
Loris, colla faccia schiacciata sul tappeto, non diè un tremito; un mutamento improvviso era avvenuto nel suo spirito, una calma più orribile di qualunque sforzo. Avevano ragione di frustarlo: era il suo pensiero di quel momento, il solo pensiero limpido, indiscutibile.
Ma vi fu un istante d’indecisione negli altri; il vecchio Andrea non sapeva come piegarsi per tenere Loris, e tremava per l’affezione posta a quel ragazzo, e per paura del principe. Vaska, tenendolo così stretto, non poteva maneggiare il frustino, poi non aveva ancora capito bene di che si trattasse. Questa incertezza degli altri rattenne il principe, che si appoggiò con una mano allo scrittoio ansando. Sembrava attendere una parola di Loris.
— Miserabile! tornò a gridare esasperato dal suo silenzio.