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Poco dopo Loris l’intese suonare nella sua camera la delirante dichiarazione d’amore della Traviata: «amami, Alfredo, amami quanto io t’amo».

Un’altra volta che Loris era nella camera del principe, dietro la sua poltrona, Tatiana entrando inavvertita gli si sospese al collo, coprendolo di baci. Ella provava una perfida delizia nel comprometterlo così; ma quel giorno accadde un’altra brutta scena. Siccome Loris aveva finito pel principe un lungo rapporto sull’inchiesta agraria, questi per ricompensa gli offerse un biglietto da cinquanta rubli.

Tatiana sorrise a Loris, tutta contenta del regalo.

Questi invece ricusò di riceverlo; il principe andò in bestia.

— Tu credi che con questi cinquanta rubli intenda pagarti il tuo scritto; anzitutto tu lo stimi troppo, perchè non li vale. Te li do, mi piace di darteli. Bada, gridò alzandosi, se non li prendi, sono capace di sbatterteli sul muso. Sarebbe bella che non potessi fare del mio danaro quello che mi pare!

— Del danaro sì, ma non di me.

Il principe cominciò a passeggiare per la stanza.

— Sei qui anche tu! esclamò scorgendo Tatiana, che si era appressata allo scrittoio. Lo vedi? Ricusa questo regalo per superbia: siete un imbecille. Se aveste davvero della superbia, avreste accettato questi cinquanta rubli, e me li