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l’attraeva come certe profondità misteriose della foresta, ove qualche volta erano andati a cavallo seguiti da Vaska.
Quell’estate Tatiana andò a molte feste dei castelli vicini col principe, ma Loris, dopo l’umiliazione inflittagli dal maresciallo della nobiltà, evitò di accompagnarla colla scusa di nuovi studi nella biblioteca. Ella comprese, poi dimenticò. Quelle piccole riunioni aristocratiche erano come uno spiraglio aperto sul gran mondo; tutti l’accoglievano con premura, mentre le giovinette della sua età, compiangendola per quella vita d’inverno, sola col vecchio principe, la consigliavano ad usare di tutta la sua influenza per ritornare a Pietroburgo. Anche madama d’Aubrivilliers era della stessa opinione, e Tatiana cullata da tutte quelle promesse pregustava già i trionfi dei saloni, ove brillerebbe come una stella di primo ordine fra le dame più corteggiate.
Alcuni giovanotti la fecero ballare, ma essendo ancora troppo bambina non ricevette dichiarazioni d’amore.
Solo Giulia Mikailowna Touchine, una baronessina sua amica, che aveva già l’amante, le chiese improvvisamente fra un crocchio di compagne:
— E il tuo bel seminarista?
Era stata Fedora Dmitriewna a raccontare la storia di Loris, dicendo di averlo visto. Tatiana si vergognò; in quel momento ricominciava il valtzer, e le ragazze si dispersero per la sala.