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L’altra tremò.
— Che cosa sei dunque?
— E tu che cosa hai voluto, facendomi ritornare qui?
— Te ne penti?
— Non mi pento mai.
— Volevo chiederti, ella mormorò finalmente, dove mi avresti aspettata.
— Sarebbe stato impossibile: egli rispose, come se tutto fosse già finito, quello che stava per accadere.
Si levò, ma la sua fronte ridivenne minacciosa.
— Hai voluto che ti ami.... e sarà forse la legge comune! ma bada di non avere voluto troppo. Al di sotto di questo amore, che ubbriaca tutti, uomini ed animali, vi è un’altra legge, che sospinge le migliaia delle generazioni ad una meta oscura, lasciando loro appena il tempo necessario a riprodursi. Quella è la legge vera, che crea i popoli e li distrugge a pro di una civiltà sempre più alta. In quella legge non si ama, perchè ogni progresso si è ottenuto solo colla morte. Io volevo essere l’uomo di quella legge: avevo raccolto tutti i dolori, mi ero nutrito col sangue di tutte le piaghe. Tu hai voluto che io ami.
— Ma io ti amo, Loris.
— Il tuo amore non è che un riverbero di neve, che si squaglia nel sole: domani non amerai più.
Ella si nascose il viso fra le mani.
— Tu non puoi nemmeno comprendere tutta l’ironia della tua vittoria di donna.