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— Tatiana, non mi amerete mai?

— Mai.

— Ne amerete un altro?

— È possibile.

Il principe si alzò in piedi, fremendo.

— Voi scherzate con una passione che non conoscete. È vero, siete libera: il nostro matrimonio è una apparenza, che non mi dà nessun diritto; poi le donne, come voi, vanno conquistate. Ma la passione ha dei misteri anche per chi ne è la vittima: badate! Io vivo da molti anni nella vostra ombra, so tutto quello che soffrite, tutto quello che desiderate, tutto quello che amate. Non s’inganna una passione come la mia; non potete formare un pensiero nella mente, che io non lo senta subito nel cuore.

— Diventereste anche voi spiritista?

— Non insultate, Tatiana: la mia passione merita almeno il vostro rispetto. Io vi amo col delirio del naufrago; non voglio sapere nulla, non voglio discutere. Sì, siete libera, potete aver amato lo Czar, se egli ha potuto piacere alla vostra anima: in questo caso avrebbe conquistato un impero migliore di tutte le Russie. Ma voi non lo avete amato, lo so; egli non poteva comprendervi, non basta per questo essere Czar. Sentite, Tatiana: io non amo che voi, voi sola, non vivo che di voi: non ho più che questa speranza, la mia vita è vuota senza di voi. Ecco come sono: non posso uccidermi perchè vi veggo, e non posso vivere senza.