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— Vi credete grande? ella ribattè con calma irritante. Può darsi che abbiate ragione, io non saprei giudicare della passione di cui parlate, però confessate che grande non lo foste sempre. Per esempio, quando veniste a dirmi che ero l’amante dello Czar, non mostraste in quest’accusa molta grandezza.
— Non vi difendeste.
— Nè mi difenderò. Chiedendo la mia mano, mi offriste cortesemente di diventare la vostra vedova; più tardi vi ho offerto, e ve lo offro ancora, di divorziare: di che cosa vi lagnate? Se io sono l’amante dello Czar...
— Non lo siete.
— Ora non lo credete più, e sia; probabilmente crederete fra non molto che sono l’amante di un altro.
Il colpo era così diritto, che il principe barcollò.
— Se lo credessi....
— Sentiamo.
— Neghereste anche questa volta di difendervi?
— Provate ad accusarmi.
Tatiana si conservava calma, senza quella imperiosità abituale, accorgendosi di avere il sopravvento; quindi colla temerità della donna arrischiò tutto per tutto.
— Perchè è partito così improvvisamente il signor Loris? Voi, che siete il suo amico, dovete saperlo.