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pulso di un sogno. Nessuna idea gli rimaneva chiara nella mente, nemmeno quella che il principe conoscesse il suo amore con Tatiana, e lo cacciasse di casa. Si mise rapidamente la pelliccia e tornò nel gabinetto. Aveva bisogno di far presto, di essere fuori, per non tradirsi.
Il principe e la principessa erano ancora nel medesimo atteggiamento, come se non avessero parlato. Quando Loris entrò, Tatiana per frenare uno scoppio di pianto s’irrigidì così duramente che non potè muoversi. Loris invece andò verso il principe disinvoltamente: solo nella voce gli restava un certo tremito.
— Ci rivedremo alla guerra, caro principe, gli susurrò a bassa voce con accento quasi allegro.
— Forse.
— Ricusereste di battervi?
— Io non posso più dare che una battaglia, ma non la perderò.
Quindi andando verso Tatiana, le disse con voce meno cupa:
— Il signor Loris deve partire improvvisamente, mia cara.
Loris le tese la mano; ella gli mise negli occhi uno sguardo luminoso, e levandosi con improvvisa energia gli prese il braccio.
— Venite dunque in camera mia a prendere quell’albero che vi ho promesso, e fissò così alteramente il principe che questi capì di non poterli seguire. Un pallore cinereo gli si diffuse sulla