Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/245

236

— Aspettate, disse Loris alzando la voce: parto.

Il principe si rivolse colla maniglia dell’uscio in mano, ma il suo occhio atono non espresse nulla.

Tatiana, che aveva abbassato gli occhi, mentre egli le passava dinanzi, ascoltò allontanarsi i suoi passi; poi scattando dalla poltrona si slanciò ai collo di Loris.

— Bada! egli susurrò respingendola.

Ella aveva il viso sconvolto.

— Tatiana, disse Loris severamente per richiamarla all’impero di sè stesso: parto.

— Perchè?

— È inevitabile.

— Perchè subito?

— È inevitabile.

Ella sentì in queste parole la fatalità.

— Vengo con te.

— È impossibile.

— Ebbene, verrò dopo.

Parve loro di udire un passo nell’altra camera,

Tatiana balbettò rapidamente:

— Torna a mezzanotte, verrò ad aprirti dalla porticina della serra.

— Sì.

Loris ebbe appena il tempo di ricomporsi, che il principe era già sulla soglia del gabinetto; la sua faccia si conservava sempre così impassibile.

— Ho ordinato a Dmitri Soudaieff, il secondo cocchiere, di accompagnarvi sino a Wyasa.