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— Aspettate, disse Loris alzando la voce: parto.
Il principe si rivolse colla maniglia dell’uscio in mano, ma il suo occhio atono non espresse nulla.
Tatiana, che aveva abbassato gli occhi, mentre egli le passava dinanzi, ascoltò allontanarsi i suoi passi; poi scattando dalla poltrona si slanciò ai collo di Loris.
— Bada! egli susurrò respingendola.
Ella aveva il viso sconvolto.
— Tatiana, disse Loris severamente per richiamarla all’impero di sè stesso: parto.
— Perchè?
— È inevitabile.
— Perchè subito?
— È inevitabile.
Ella sentì in queste parole la fatalità.
— Vengo con te.
— È impossibile.
— Ebbene, verrò dopo.
Parve loro di udire un passo nell’altra camera,
Tatiana balbettò rapidamente:
— Torna a mezzanotte, verrò ad aprirti dalla porticina della serra.
— Sì.
Loris ebbe appena il tempo di ricomporsi, che il principe era già sulla soglia del gabinetto; la sua faccia si conservava sempre così impassibile.
— Ho ordinato a Dmitri Soudaieff, il secondo cocchiere, di accompagnarvi sino a Wyasa.