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curasse più di lui, solamente di quando in quando Loris si sentirà i suoi occhi addosso, e ne provava al cuore come il vellico di una fiamma.
In un momento, che rimasero soli nel salone, Loris le disse imperiosamente:
— Ho da parlarvi.
L’altra aperse gli occhi con grande meraviglia.
Loris frenò a stento un impeto di sdegno, accorgendosi di essere giuocato.
Con suprema abilità femminile, invece di rinfacciargli l’infamia di quello stupro, di cui porterebbe il lutto per tutta la vita e dal quale le era venuta quell’affascinante fisonomia di martire, Tatiana gli aveva lasciato travedere qualche resto di passione per lui; quindi era rientrata nella sicurezza di una castità ancora più garantita dalla malattia che dall’offesa sofferta.
Per la prima volta Loris trovava un ostacolo più forte della propria volontà.
— Verrete stanotte in camera mia?
E già l’interrogazione era quasi un comando.
Ella si levò per andarsene.
Loris la seguì fino all’uscio fermandola brutalmente per un braccio. Tremava; Tatiana a quel contatto sussultò, lasciando trasparire sul volto una gioia così soave che a Loris cadde la mano.
— Tatiana...
— Che cosa volete? mormorò, rannicchiandosi voluttuosamente sotto il suo sguardo.
— Debbo parlarvi a lungo, non qui.