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già lacerato la busta di una lettera, si volse; Tatiana rimase col giornale in mano.
— Non vi pare, principessa, un’ingiuria verso Dio pretendere di dominare i suoi spiriti, richiamandoli dopo morte nel nostro mondo per rivolgere loro domande, che esprimono solo la nostra curiosità?
— Ed essi poi risponderebbero facendo battere i piedi di un tavolo! Confessa, mia cara Tatiana, che questo plagio dell’alfabeto telegrafico non fa molto onore allo spirito de’ tuoi spiriti. Ho conosciuto madama Blavatsky a Pietroburgo in una seduta, che essa diede in casa del principe Karaguine. Se tu la vedessi, perderesti subito almeno la metà della tua fede in lei; è una donna orribilmente brutta, pare un uomo.
— Dio non è generalmente meglio rappresentato del popolo, replicò Loris.
Tatiana, come una bambina ostinata, scosse la testa sfogliando il giornale.
— Sentite, Loris, esclamò poco dopo il principe, che scorreva una lettera, ammiccando: quei due sono già ad Amburgo, lo studente, che mi mostraste con quella bella ballerina.
Loris frenò un sospiro di soddisfazione.
— Si sposeranno certamente, rispose in tono allegro.
Tatiana si era sprofondata nella lettura di un articolo.
Allora i due uomini la punsero sulla sua cre-