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Il principe s’irritò; quel riserbo di Loris gli parve affettato.

— Vorreste avere la bontà, gli disse con un certo stridore nella voce, di scendere ad avvisare il primo servo che incontrerete, di mandare qui Sonia, la vecchia cameriera della principessa?

Loris, s’inchinò senza gettare uno sguardo alla signora.



Loris era figlio di un pope.

Come tutte le famiglie sacerdotali della Russia, quella di suo padre e di sua madre si perdevano nella stessa antichità dell’altare che servivano, in un esilio dal mondo senza speranza di potervi rientrare. Nessun pope infatti poteva, sino al 1864, uscire dalla propria casta che degradato da una condanna in Siberia, o nell’esercito; a nessun pope, perchè ammogliato, era permesso di salire nell’alta gerarchia della chiesa, riserbata al clero nero dei monaci.

Il padre di Loris, figlio di un povero curato di Kourlak, nel governo di Voronege, era cresciuto nella triste infanzia di tutti i suoi pari; la parrocchia, vasta quanto una diocesi italiana, non aveva che pochi villaggi composti di alcune isbe, abbandonati a grandi distanze, e rendeva assai poco. Il vecchio pope, magnifico esemplare dell’antico stampo tutt’ora comunissimo in Russia, buono ed