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Ella in piedi, così vestita di nero, coi coralli che le grondavano dal collo come goccie di sangue, e la testa leggermente gettata indietro per salutare il principe, stese l’altra mano a Loris, offrendoglisi nella curva sapiente di uno scorcio, che era come un abbandono di tutte le proprie bellezze.

Loris, stringendo quella mano palpitante, credette di sentirsela salire lungo il braccio, sotto le carni, sino al cuore.

Tatiana la ritirò vivamente, salutò il principe, ripetè un cenno cortese a Loris, ed uscì.

I due uomini rimasero alquanto in silenzio. Il principe osservava Loris già ridivenuto freddo come al solito; poi si voltò a guardare l’uscio, dal quale Tatiana era scomparsa. Sul suo volto passò un grande rammarico.

— E così?

— Seguitela dunque, ribattè Loris con quella brutalità signorile, che era tanto offensiva nelle sue maniere.

II.

Passarono alcuni giorni.

Una mattina il principe recò a Loris i giornali di Mosca e di Pietroburgo: tutto era scoperto, ma degli autori dell’attentato solo Lemm era noto. Il