Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/178


169

informò appena delle sue condizioni, dimenticando persino quella prudenza, che aveva sempre usato per nascondere i propri rapporti coi rivoluzionari; molti lo credettero malato. Ma una mattina ricevette per la posta questo biglietto:


«Vostra moglie è stata ricevuta dallo Czar: guardatevene.»


Invece della firma v’era la sigla del Comitato Esecutivo.

Il principe riconobbe il carattere di colui che l’aveva scritto; era il suo rivale, ma appunto per questo non potè dubitare della sua sincerità. Fu uno schianto di morte. Ripartì subito col primo treno, scordandosi persino le valigie. Il viaggio lunghissimo gli parve eterno, sebbene non vi pigliasse alcuna decisione. Viaggiava in uno scompartimento di prima classe, affagottato nella pelliccia, nascondendovi il volto, così che gli altri viaggiatori credevano sempre dormisse, e parendogli in quel rullìo incessante del vagone di essere sopra una nave abbandonata alla tempesta in alto mare. Non sapeva raffigurarsi nemmeno chiaramente Tatiana. Quando bisognava scendere per mutare treno, sembrava smarrito; non mangiò e non bevve.

Ma arrivando a Pietroburgo si sentì nell’animo come un colpo di vento gelido, che ne spazzò tutte le nebbie. Si gettò nel primo fiacre e si fece condurre al palazzo. Erano le undici del mattino, Tatiana doveva essere alzata. Entrando nel suo