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cio aveva ricamato i propri fiori fantastici, un bianco torbido. Dalla parete opposta il ritratto di un maresciallo del secolo passato attirò l’attenzione di Loris.

Poco dopo, entrò l’intendente con due domestici recanti il samovar, e chiese gli ordini.

Loris aveva acceso confidenzialmente uno sigaro e, non potendo star seduto per la irritazione del lungo viaggio, camminava davanti alla finestra. Il principe preparava il the.

Quando ebbero bevuta la prima tazza, questi gli disse:

— Vi presenterò a mia moglie.

Loris gli si volse osservandolo.

— La giudicherete. Il suo carattere è dei più difficili, forse anco per la malattia, che la tormenta. Questo inverno ha detto di volerlo passare in campagna, fuori del mondo; non ha nemmeno una dama di compagnia per ammazzare il tempo. Ma Loris lo interruppe:

— Quando ricevete i giornali qui?

— Due volte la settimana, talvolta anche più tardi, secondo il tempo.

— A questa ora forse tutto è già scoperto; io non posso restare in casa vostra.

Il principe ebbe un gesto, ma l’altro seguitò:

— Non si tratta di compromettersi inutilmente: scoperti, saremmo entrambi ridicoli. La nostra traccia forse ora è perduta, ma la vostra uscita dal teatro può essere stata notata.