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abbellita da alcun tentativo di fuga, perdeva ogni interesse.
— Non vale più del suo partito, che non ha osato nemmeno il rischio di farlo evadere.
I più violenti s’alzarono in piedi, parlavano tutti in una volta. Loris li lasciò dire, poi volgendosi al gruppo nichilista, che fomentava gli odî contro di lui:
— Se voi amaste Tchernicewski, esclamò, invece di essere qui a Kazan, vantandole sue opere, sareste in Siberia per salvarlo.
Fu una doccia fredda.
— Occorrerebbero denari.
— In Siberia? basta il coraggio; io ho girato tutta la Russia per tre anni senza un kopek.
— Vanteria!
Scoppiò una collutazione fra i nemici e gli amici di Loris; egli vi assistè impassibile.
L’indomani era chiamato in polizia, una settimana dopo aveva passata la frontiera.
Rimase cinque anni all’estero viaggiando per l’Europa. Quando giunse a Parigi non gli rimanevano che poche migliaia di rubli; ma il suo disegno era fisso irrevocabilmente. Piuttosto che sottomettersi lavorando a qualcuno, avrebbe rubato sino al giorno, nel quale potrebbe iniziare la lotta. Su questo non aveva alcun dubbio morale nella coscienza. Con perfetta lucidezza comprese subito che di tutti i furti il più facile e il più proficuo è quello del giuoco. Da Parigi venne