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manifesto? Non si sapeva forse che le Università russe erano le ultime del mondo? Se Loris non credeva a nulla, era questa la caratteristica del secolo, la sua superiorità sugli altri, che avevano ubbidito a idee riconosciute oggi false. I più rivoluzionari intervenivano allora: egli insultava i martiri senza avere ancora fatto nulla. Quali erano le sue idee? Parlava di guerra senza provare che la guerra fosse possibile. Il suo ingegno era ancora un enigma; però lo conoscevano coraggioso. In parecchie risse di studenti o fra studenti e popolani Loris si era sempre gittato in mezzo con una temerità superiore ad ogni complimento. Era questa la base della sua autorità, poi non faceva debiti; qualche volta prestava danaro. Nessuno lo aveva mai visto ubbriaco.

L’opposizione maggiore veniva da un piccolo gruppo, che si vantava nichilista; essi lo chiamavano per dileggio Catilina da quella sua frase.

— Catilina era amico di Cesare, ecco perchè Loris non odia lo Czar.

Una sera in un tractir s’accese fra studenti una grossa lite. Loris aveva parlato male di Tchernicewski, il martire sepolto vivo nella Siberia, analizzandone succintamente tutte le opere: la sua risposta a Stuart Mill, poco scientifica e meno filosofica, quasi sempre combatteva un testo capito al rovescio; il suo romanzo «Che fare?» diventava ridicolo come arte dopo quelli di Dostoievski e di Tolstoi; la sua stessa prigionia in Siberia, non