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Allora con un balzo respinse Topine, e cadde dall’altro lato del fieno raggomitolata alle pareti. Si sentiva ferita, sanguinante. Tutto un mondo era crollato dentro di lei; Topine stava rovesciato per terra, laidamente sozzo di sangue e di bava.
Loris volse le spalle a Tatiana afferrando Topine per un braccio.
— Vattene.
L’altro si riassettava istintivamente con una mano, cercando Tatiana collo sguardo.
— Vattene, gli ripetè con voce piena di fremiti Loris, spingendolo verso rimboccatura, e spostandone con un piede il fascio, che l’otturava.
Topine esitava.
Ma Loris si cacciò vivamente la mano in tasca, ne trasse la rivoltella, e a denti stretti gli susurrò:
— Vattene o ti uccido.
Topine uscì.
Loris non si rivolse, voleva dar tempo a Tatiana di rimettersi. Quei minuti gli parvero un secolo. Non poteva più respirare in quella caverna, nè ritrovare il proprio equilibrio; finalmente intendendo un moto di Tatiana si voltò.
Ella aveva già raccolto il cappellino, era disfatta, incredibilmente più bella. Si vedeva che non poteva camminare; una vergogna inconsolabile trapelava dal suo stupore di ammalata.
Loris s’intese prendere alla gola da una pietà quasi egualmente desolata, ma facendo un ultimo