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tri, che lo amavano, viveva inorgoglito di quel trionfo di Loris come di un successo personale. Nella demenza delle proprie idee settarie egli ammetteva solamente l’amore vagabondo per non riconoscere nel matrimonio un patto sociale; e non diversa era l’opinione dei Klysty e della Boghiniia, che ogni tanto prescieglieva qualcuno fra i propri adoratori. Però in quella casa, malgrado l’intimità di una vecchia serva, colla quale s’amavano nel più sozzo libertinaggio, Topine fu presto ripreso dal proprio umore randagio. Una mattina ne parlò a Loris, che passeggiava meditabondo entro lo steccato.
— Dove vai? questi gli chiese.
— A Voronege.
— Conosci il villaggio di Kourlak?
— Ho vissuto molti mesi nelle tane della sua foresta. Nel villaggio vicino di Twer vi sono quattro imperfetti.
Loris si oscurò nel volto.
— Aspettami laggiù, nella foresta, fra un mese: lo voglio.
Allora Topine gli spiegò in quale tana era solito ad abitare, ma Loris non la conosceva. Convennero quindi che Loris si sarebbe presentato a Sevastianucko, lo stregone di Twer.
Topine partì.
Venti giorni dopo Loris rientrando nella camera di Ouliana le disse freddamente:
— Mi occorrono ventimila rubli.