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quando la prigionia e la pena di morte vi si praticavano ancora, la sua politica estera una laida servitù verso l'Austria ultimo impero feudale cinto di feudatari più grossi degli antichi e più abbietti dei cortigiani moderni. Fra essi il Pontefice, immemore della grande epoca papale, vantava ancora nei molteplici brevi un impero universale, tremando pel rifiuto di un reggimento di croati. Nelle Università le vecchie lampade non rifornite mandavano più fumo che luce: il commercio viveva del piccolo contrabbando alle innumerevoli frontiere interne.
L'Italia desta dai cannoni di Napoleone I, poi rialzata da uno strettone della sua mano terribile, sembrava rimorta con lui.
Il suo ultimo poeta aveva conchiuso nel 5 Maggio l'inno a Napoleone colle supreme parole dei funerali.
Nullameno l'Italia viveva ancora e intorno a lei l'Europa grandeggiava.
Nella tempesta di mille questioni poste dalla rivoluzione francese il problema religioso soverchiava. La rivoluzione avendo l'aria di sopprimerlo colle feste della Dea Ragione lo aveva invece rianimato. Il cristianesimo attaccato teoreticamente dagli enciclopedisti, lacerato dai frizzi di Voltaire, aperto dalle potenti invettive di Rousseau, soffocato dalle prime scoperte della nuova scienza, impicciolito