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carli; dietro ordini del Ministero, adesso impaurito da un probabile scoppio di ira popolare all’annunzio di altre vittime, ha dovuto mancare alla propria parola e mercanteggiare col barbaro e consegnargli un migliaio di fucili sequestrati ad un suo mercante e cedergli cinque capi di tribù assaortine a lui nemici e riparati nel nostro campo sotto la protezione dell’onore italiano.
E Ras Alula li ha fatti immediatamente massacrare, e dei nostri tre prigionieri riscattati con tanto sacrificio d’infamia, non ne ha liberato che due.
Ora i giornali annunziano che Depretis accoglie nel ministero Francesco Crispi, l’audace rivoluzionario che preparò la spedizione di Marsala, e senza dimettersi, giacchè morente di troppo lunga malattia, gli consegna la direzione del potere. La sua implacabile vanità di parlamentare non gli permette dunque di morire semplice cittadino come Lamarmora che vinse alla Cernaia, Garibaldi che trionfò dappertutto, Lanza che entrò sulla breccia di Porta Pia. E così morrà. I funerali splendidi di tutti gli onori dovuti al presidente dei ministri saranno la sua ultima compiacenza di moribondo: tutte le rappresentanze della Camera, del Senato e della Corte accerchieranno la sua bara, ma la nazione severamente impassibile non avrà un palpito per l’ultimo e il peggiore dei politici, cui in diffi-