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preda drizzano la bruna criniera coll'occhio metallico scintillante al raggio del sole.

Bisognava morire! La battaglia era impossibile, altrimenti la vittoria sarebbe stata sicura.

Alto sul colle, col vostro drappello allineato come i gladiatori sotto il palco del Cesare romano e salutanti prima di trucidarsi, voi guardaste oltre il nemico, attraverso l'Africa, al di là delle sue montagne e de' suoi deserti, che i viaggiatori italiani avevano bagnato di sangue, ma pei quali un giorno passeranno fischiando le vaporiere.

L'Africa, prigioniera delle proprie coste, si difendeva invano assalendovi.

I soldati sono pallidi, l'ombra della morte è passata sotto quel sole che da molti mesi non conosce le nubi e ha scolorato i loro volti.

Nessun testimonio, nessuna speranza. La morte sola, orribile come l'aspetto di quella moltitudine turbitante, che si solleva da ogni parte e armata di pochi fucili rapiti in altre carneficine avventa già le prime palle. Sul drappello bianco il silenzio si stende come una tenebra.

Morire! L'Italia lontana non sa nulla di questo momento, l'Africa presente non lo comprende: solo la storia, che lo ha voluto, dovrà raccoglierlo; ma essa pure, divina memoria della vita, non potrà narrarne lo schianto del supremo ed i