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e geograficamente mediterranea, uscendo di sè stessa non poteva agire che in Africa; alla politica de' suoi uomini di Stato scegliere il momento più opportuno, il lido più adatto a discendervi colla più sapiente preparazione.
Ma l'Italia, scivolata dopo la morte di Cavour nelle mani di uomini meschinamente parlamentari, dovette eseguire il proprio ingresso in Africa con Agostino Depretis, volgare rivoluzionario costituzionale, che aveva contrastato accanitamente nella Camera Subalpina la spedizione di Crimea al grande statista. Giammai il corso storico esercitò sopra un individuo più crudele ironia: colui che aveva negato al Piemonte di diventare Italia, associandosi colle maggiori nazioni nella guerra contro la Russia, dovette vecchio spingere l'Italia in Africa associandola alle grandi potenze mondiali.
La sua vita politica tutta circoscritta nel Parlamento aveva limitato fatalmente il suo ingegno, rendendogli più malleabile il carattere e instancabile il temperamento. Fra i capitani di Alessandro, come Giuseppe Ferrari chiamò con sdegnosa ironia i successori politici del conte di Cavour, egli non ebbe dapprima importanza. Il giacobinismo, che rimase sempre la parte più nobile del suo spirito, lo rendeva sospetto e inadatto in quei momenti tanto difficili per la monarchia, nei quali bisognava esautorare