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la critica delle colonie provando come tutte costassero più di quanto rendessero, ma dimenticando di chiedersi come mai tutte le nazioni fossero potute tanto facilmente cadere in un errore di semplice aritmetica. Nessuno di loro sospettò nemmeno che l'interesse industriale e commerciale fosse una illusione necessaria nella storia per produrre il fatto delle colonie, le quali, come modo di propagazione civile avevano per iscopo non già lo sviluppo di una nazione ma la creazione di un'altra. Le colonie piantate ad immense distanze non furono mai e non sono ancora che stazioni e fari facilitanti alla storia la sua marcia pel mondo. Nemmeno i recenti luminosi esempi moderni parvero bastare. Quindi si affermò che le colonie non andavano fondate perchè appena grandi si emancipavano, come oramai ha fatto tutta l'America, quasi che la trasformazione trionfante di questa in popolo originale non fosse lo scopo recondito e il premio supremo delle sue prime colonie. Non si sa ancora abbastanza che la storia di ogni paese è non solo coordinata, ma soggetta alla storia universale, e che ogni impresa vi oltrepassa sempre l'interesse di chi la compie, lasciandogli per sola grandezza quella di adempierla bene.
L'impresa d'Africa per l'Italia era la prima conseguenza del suo risorgimento. Potenza storicamente