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L'Europa, che non lo fu mai, non può essere oggi scopo a sè stessa. Se la terribilità di questo processo storico iniziantesi fatalmente colla guerra e colla distruzione irrita l'ammalata sensibilità di quei recenti cultori del diritto, che sognano la diffusione della civiltà con mezzi esclusivamente pacifici, giudicando popoli circoscritti da migliaia di anni nell'inferiorità della propria razza siccome capaci d'intenderli e di mutarvisi così da poter servire nei periodi storici che succederanno al nostro; questa terribilità è antica e fatale quanto la storia stessa. L'Europa che per tre secoli si è rovesciata sull'America creandola, ora preme sull'Africa e punta sull'Asia per aprirle. La razza bianca disputa il terreno alle razze inferiori chiamandole alla propria civiltà: quelle che non rispondono sono condannate, quelle che resistono saranno distrutte.
L'Italia, stata due volte il centro del mondo e risorta oggi nazione, non può sottrarsi a quest'opera d'incivilimento universale, di cui le tragedie per essere inevitabili diventano incolpevoli. La storia segue la stessa morale e lo stesso diritto della natura nel trionfo della forma più perfetta e dell'idea più alta: e poichè vincitori e vinti saranno pareggiati dalla stessa morte, la disparità del loro trattamento scompare nella idealità conquistata.