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spedizione, per la quale il suo avversario americano non aveva nulla risparmiato. Matteucci non aveva ancora trent'anni. Era stato prima verso la terra dei Gallas e il sole gli aveva annerito il viso, accendendogli così l'anima che in Europa si sentiva straniero.
Il deserto lo attirava, immenso, mobile, biondo, pieno di abbarbagli come il mare, ma senza la sua trasparenza che è un inganno e la sua schiuma che pare una malattia. Il silenzio del mare è un tumulto paragonato a quello del deserto. Mentre il cielo sotto le vampe del sole s'arroventa come il metallo e diviene quasi bianco, il deserto assume tutti i toni dell'oro, liquido e vaporante dove il vento agita lieve le sabbie lontane, unito e caldo nelle distese inerti, opaco nei seni delle ondulazioni, vecchio addirittura entro l'orma stampata dall'ambio del camello o dai salti del leone. Essere solo nel deserto, del quale non si conosce la carta e pel quale forse nessuno è ancora passato, neppure dai selvaggi che errano a' suoi confini! Essere il primo uomo per gli animali, che vi scorrazzano e che ignorano l'uomo come i selvaggi ignorano la civiltà!
Appena si entra nel deserto tutto il mondo della nostra memoria e del nostro sentimento dilegua. In alto mare il vascello, sul quale si