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Persia, come la Grecia. Roma ritornò dappertutto restituendo nella unità del proprio pensiero il concetto frammentario a lei venuto da ogni parte. Infatti il Cristianesimo vi si fermò suggellandovi l'universalità per tutta la durata della storia.
Roma distrasse Cartagine, ma fecondò Alessandria; ridusse l'Egitto a provincia romana attirando l'Africa nella storia universale. D'allora, l'azione italica sull'Africa fu continua: tutto il commercio africano fu coll'Italia, il Cristianesimo vi ebbe Santi Padri e concilii, vi mandò crociate, vi si battè coll'Islamismo, e unito con lui penetrò nei deserti. L'Africa ebbe quindi due centri fuori di sè stessa, Roma e la Mecca; il suo Egitto risorse meno africano dell'antico; i suoi imperi litoranei fiorirono guardando oltre il mare all'Europa.
Dopo le antiche barche fenicie le prime flotte che cinsero l'Africa furono italiane: i pennoni di Amalfi e di Pisa, di Genova e di Venezia, di Roma e di Firenze si gonfiarono superbamente ai venti dei deserti. Primi i Veneziani nel secolo XV offersero ad un sultano di tagliare l'istmo di Suez, miracolo di audacia allora, miracolo di scienza oggi e che senza forse si sarebbe avverato anche allora. Mentre Colombo e Vespucci scendono in America, Cadamosto, veneto, penetra nel Senegal e nella Gambia: la conquista saracena respinta dall'Europa è