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ad innamorarsi l'una dell'altra. La separazione storica dei continenti già vinta dalle religioni, dai commerci, dalle immigrazioni, dalla scienza aveva dunque cessato coll'apertura del canale di Suez. L'Africa, diventando un'isola, si riuniva all'Europa, giacchè dalle sponde del nuovo canale l'espansione europea si sarebbe allargata, oltre i suoi immensi deserti, fin sopra i suoi favolosi altipiani. Dopo aver tagliato il suo istmo l'Europa risalirebbe i suoi fiumi, e forse fra non molto congiungendo con un altro canale le fonti non troppo discoste dello Zambese e del Congo la spezzerebbe in due grandi isole per irradiarla della propria civiltà da tutto il littorale e dal centro. Un immenso progetto allaga già il deserto di Sahara e convertendolo in mare vi crea sulle sponde fecondate una cintura di città pari a quella del Mediterraneo; le ferrovie cingono fin d'ora tutte le coste africane con un monile di ferro, entro il quale l'Africa prigioniera della civiltà non può ricusarne più i beneficii.
Ma l'Africa antica, quale appariva alla sbigottita fantasia europea di pochi secoli fa, non è ancora tutta vinta. Il suo clima è una vampa, il suo deserto un infinito, la sua aridità una maledizione: oltre i suoi deserti un baluardo d'inaccesse montagne, sulle quali echeggia il ruggito del leoni, ne