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propria ammirazione: una superba malinconia isolava quegl'inconsolabili e metteva sulle loro labbra un triste sorriso perfino nel tumulto dei maggiori trionfi.
No, non compiangete, non adorate! Lasciate Cristo morire sulla croce: tutta la vostra riconoscenza non vi farà penetrare nel secreto della sua bontà; lasciate Socrate bere la cicuta: il perchè del suo eroismo resterà sempre un mistero per voi che non l'avreste fatto; lasciate Dante errare nell'esilio: cacciato da Firenze discenderà nell'altro mondo; lasciate Colombo ritornare dall'America carico di catene: egli che l'emancipa, ne riporta le catene all'Europa che deve spezzarle; lasciate Napoleone morire a Sant'Elena: egli che ha liberato l'Europa dal dispotismo, ultimo despota deve finire prigioniero; lasciate Garibaldi esulare a Caprera: egli ha fatto l'Italia; che cosa potreste voi fare per lui?
Che cosa v'importa se Galileo diventa cieco e Beethowen sordo? Non sono già gli occhi che scoprono i segreti della natura, o le orecchie che ne sorprendono le armonie. Che cosa v'importa se Camoëns muore all'ospedale e Giannone in carcere? I loro poemi e le loro storie non saranno per questo meno liberi, poichè la fortuna della vita non ha mai influito sulle opere dei grandi. Essi vivono soli: anche quando il mondo li acclama si sottraggono per un invincibile orgoglio alle ovazioni. Vittor Hugo