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la volontà del duca generale. Ma gl'imperiali presero tumultuando la via di Roma. Allora il papa concluse una tregua col Lannoy, vicerè di Napoli, impegnandosi a reintegrare i Colonna e a ritirare le armi dal Napoletano, lasciando il reame a Carlo V, Milano allo Sforza e pagando 60000 ducati al Borbone, il quale si sarebbe ritirato. Il popolo romano indignato si ribellò: il Borbone, che aveva ordini secreti di procedere, dichiarò insufficienti per il suo esercito i 60000 ducati, e passò il Reno presso Bologna.
Nessuno ci capiva più nulla. Il povero Macchiavelli, vecchio e ammalato, ritornò a Firenze, nella quale il terrore di un assalto e lo sdegno contro il cardinale Passerini, reggente pel papa, erano al colmo. Bastò l'occasione di un tumulto provocato da un soldato perchè tutti si levassero al grido di popolo e libertà. Si dichiararono decaduti i Medici e ripristinata la repubblica. Ma il cardinale Passerini accorse alla riscossa con pochi archibugieri e colle guardie medicee assediando il palazzo; si temeva una strage e non ne fu nulla: tutto parve finito con una promessa di perdono generale e l'elezione di nuova Signoria. Poco dopo arrivò la notizia del sacco di Roma e del papa prigioniero in Castello: allora il tumulto mutandosi in vera rivolta, il cardinale dovette andarsene coi due pupilli, Ippolito