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La battaglia di Pavia richiamò sulla scena politica Macchiavelli.
Clemente VII, che gli aveva commesso le Storie, era succeduto ad Adriano VI sul trono di Leone X, del quale era stato segretario così accorto e stimato che pareva, secondo il giudizio del Guicciardini, piuttosto guidare il papa che servirlo. La politica era allora intricatissima per opera del papato, che mirando alla propria ricostituzione si mutava di guelfo in ghibellino, tenendo dalla Francia e dall'imperatore, imbrogliando sè medesimo colle pretese dinastiche dei varii papi, ma in fondo seguendo la politica che la sua Storia e il suo istinto gl'imponevano.
Macchiavelli in quel giuoco non aveva compreso nulla. Pieno di tutti gli istinti del risorgimento, che tendeva alla costituzione delle nazionalità esaurendo