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critiche acerbe ed elogi passionati. Alcuni sostenendola come sola gloria del teatro nazionale portano nella sua difesa tutto l'accanimento di un patriottismo agli estremi, altri la denunciano come opera immorale che basterebbe da sola a disonorare l'epoca nella quale fu prodotta e applaudita. Infatti recitata, come tutti sanno, al Vaticano fra un pubblico di cardinali e di dame vi ottenne le più festose accoglienze. Ma tutto ciò non è critica.
Il Macchiavelli s'era già provato prima della Mandragola, che doveva restare la sua migliore opera d'arte, in altra commedia, le Maschere, andata poscia perduta, imitandovi da lungi le Nuvole del gran padre Aristofane.
L'azione della Mandragola che par suggerita da un fatto avvenuto a Firenze, ha luogo nel 1504 ma fu scritta nel 1512 ai giorni meno lieti del Macchiavelli: questa circostanza rivela sempre più l'animo dell'autore, che poteva consolarsi di un insuccesso politico con una commedia. Infatti così accenna nel prologo.
Il fatto si racconta in due parole.
Callimaco giovane fiorentino, vissuto vent'anni a Parigi, sentendovi celebrare la bellezza e la virtù di Lucrezia moglie di Nicia Calfucci è ritornato a Firenze per vederla, e si è innamorato. Non può avvicinare Lucrezia, la sa onesta. Il ma