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condensazione necessaria alla commedia. Rappresentarsi significa ripensare, risentire sè medesimo nella individualità singola e collettiva con tanta forza e con tale chiarezza di visione da diventare sdoppiandosi in certo modo il creatore di sè stesso. L'individualità italiana non ebbe questa forza. Il teatro moderno doveva sorgere in Inghilterra, dalla nazione nella quale l'individualismo era il carattere più spiccato della vita e della storia, riassumendo tutte le sue potenze spirituali. Cosi l'Inghilterra non ebbe epica e non avrà mai nè filosofia nè musica. La potenza della sua obiettività così necessaria al teatro la rende inferiore nelle facoltà più alte come la filosofia, che è l'astrazione del pensiero, e la musica suprema impersonalità del sentimento.
La formazione del teatro italiano ebbe dunque due massimi ostacoli; il popolo era troppo basso nella vita, i letterati troppo fuori di essa. Quindi gli eruditi preferirono Terenzio miglior letterato a Plauto maggior artista. Si cominciò a tradurre e a rappresentare, le accademie pullularono. A Ferrara dove il romanzo cavalleresco amalgamandosi coll'erudizione classica trovò la sua vera forma, dalla mistura di Plauto e Terenzio con pochi elementi nazionali nacque la commedia italiana. D'entrambi fu padre il maggior poeta del secolo Lodovico Ariosto.