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22 | Don Giovanni Verità |
sotto lo sguardo del Generale in una tragica stanchezza ubbidivano forse al medesimo irresistibile senso di morte, che l’entusiasmo soldatesco di quella ovazione non vinceva più.
Io lo osservavo.
Le sue mani ossute, brune dal sole di tutta una vita di caccia, e più scure in quella penombra, tremavano sul cappello da prete posato ingenuamente sul tavolo: lo sforzo come di un singhiozzo represso gli sollevava a volta a volta le spalle. Improvvisamente con atto affaticato, disperato di naufrago, sollevò la testa.
Era un bel volto nero di contadino dai lineamenti angolosi, livido in quel momento e nullameno impresso d’una grande aria di bontà. La fronte naturalmente bassa erasi alquanto alzata in un principio di calvizie, che pel colore più bianco della pelle la cingeva come di una benda; l’arco dei sopraccigli vigoroso e sporgente ombrava senza nasconderlo il suo sguardo scintillante di cacciatore. Tutto il volto raso e rugoso tremava di una commozione, che metteva come un sorriso in tutti i suoi lineamenti modellati robustamente sulle ossa. Gli zigomi erano sporgenti, il mento quasi quadro come negli uomini capaci di forti azioni, gli occhi rotondi, il loro colore non si distingueva, acuti e vibranti come quelli di un falco. Ma la sua bocca