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ribalderia di questo diventa ribalderia di quello; il problema morale che per Macchiavelli nell'opera non esisteva, ne rimane il solo, gl'altri essendo tutti dileguati coll'ambiente che li aveva prodotti.
Se Macchiavelli avesse veramente fatto opera di scienza, il problema morale nel Principe avrebbe esistito anche per lui; egli doveva distinguere la moralità pubblica dalla privata, quella della storia da quella della vita, e poichè quest'ultima non può farne a meno e la politica è parte di essa, cercare quale potesse essere la sua morale. Il Principe in un vero trattato scientifico non avrebbe potuto avere la personalità assorbente che ha nell'opera del Macchiavelli, quella unità che in lui fa sparire potere legislativo ed esecutivo, polizia e diplomazia, diritto, guerra, tutto. Nel fuoco della sua creazione artistica il Macchiavelli era così poco scienziato che non se ne accorse nemmeno. Domandargli se il Principe dovesse essere morale sarebbe stato come domandare a Cellini se le sue modelle erano oneste. Infatti allora nessuno glielo domandò fra i tanti amici che lo lessero. Mutati i tempi gl'esuli fiorentini non gli perdonarono nè i favori nè i consigli dei Medici; i nuovi cortigiani si adontarono de' suoi sentimenti democratici, i protestanti gli rinfacciarono l'irreligione, il cattolicismo si offese de' suoi attacchi alla